sabato 22 giugno 2013

co-scienza

questo è un messaggio per chi non sa di stare al mondo.
per chi crede di saperlo, per il solo fatto che si sveglia la mattina.
per chi pensa sia scontato, inevitabile. un dettaglio trascurabile.
ci si sveglia e si sta al mondo. qual'è il problema?

stare al mondo è roba da duri.
s'impara con i calli, siamo d'accordo.
e si migliora, con l'etá.
si diventa scaltri, giudici e difensori.
così si dice, così si fa!
coerenti come squadre.
paralleli, come linee.
aggrappati alle idee.
alle esperienze.
come ragnatele.

nessuno che si chieda perchè.
di chi sia.
a chi appartenga la realtá.
cosa sia, in realtà.
come si formino i respiri.
da dove vengano i risvegli.
cosa sia, quella forza che ci tiene tutti uniti, atomi e molecole, a conservar la forma dell'uno che siamo.

identificarsi con il proprio pensiero, con il proprio corpo, con un'ideologia, con un modello, con un valore, con un oggetto, con un qualsiasi "Io sono", "Io voglio, "Io so", recitato incessantemente, quotidianamente dalla perduta mente, é da stupidi. da deboli. da pavidi.
è come scegliere di vivere da gomito.
oppure da gamba.
da parte di noi.
ma non del tutto.

i nostri pensieri non sono noi.
le emozioni sono quello che sentiamo.
proviamo a controllarli, gli uni e le altre.
ad osservarli, dal di dentro.
proviamo ad arrestarli, qui ed ora, fuor di metafora.
a prenderne il comando.
saldamente.
poi ne riparliamo.

quindi, tornando a noi, c'è qualcuno che sapeva stare al mondo?
c'é qualcuno che si sveglia la mattina?

mercoledì 30 novembre 2011

c'è grossa crisi












l'eventualità di un collasso generale è ormai probabile, più che possibile.
la tanto declamata crisi fa capolino da ogni dove.
ostentata, quasi, dalle persone. in cerca d'attenzione.
difficoltà, aggiornamenti, previsioni.
scambiate impressioni.
dialoghi tra poveri.
in competizione.

ricordo tempo fa, chi strillava già da un po'.
chiamati pazzi.
esagerati.
lavoratori di fantasia.
cospiratori.
la loro terra tonda era impossibile, anche solo da immaginare.
troppo grande, destabilizzante.
non valevano candele i loro giochi.
troppo astrusi i loro voli.
la vita era soltanto pedalare.

ora, invece, franano certezze.
si sgretolano, come palazzi.
demolizioni controllate.
passati che riemergono.
futuri che scompaiono.
l'evidenza di una regia occulta, assurdamente egoista, miseramente crudele.
i loro oscuri piani.
gradualmente disvelati.
ulteriore materiale per prime time.
indottrinamento per cavie.

quello che non vedo è il dubbio.
l'abbandono all'ignoranza.
il "so di non sapere e dunque cerco".
il "sono pronto a cambiare".
il "chi sono io?", come unico motore.

di paura c'è n'è tanta.
abbonda come grasso.
spinge a correre ai ripari.
si traveste da spavalda indignazione.
da ironico accerchiamento.
"siamo qui!", sento gridare. stretti attorno al centro.
pronti a scattare, se ce n'è l'occasione.
a dar la colpa al mondo.
ai soldi.
ai potenti.
alla politica.
al consumismo.
agli stranieri.
agli errori.
non alla paura.

i nostri sensi sono filtri.
non raccolgono tutto.
ci sono gamme di frequenze a noi accessibili.
altre, semplicemente, inarrivabili.
la realtà è, dunque, interpretazione.
qualsiasi realtà, anche la materia.
perfino la ragione.
ricostruzione mentale.
riduzione ai minimi termini.
schematica approssimazione.
abbassiamo l'infinito al nostro stadio.
ci diventa comprensibile.

la crisi, credo, è un'opportunità.
uno spiraglio siderale.
per riconsiderare il presente, le nostre convinzioni più profonde.
la nostra relazione col reale.

oggi tremano bruchi.
domani voleranno farfalle.

mercoledì 5 ottobre 2011

Brava Gente


conosco tanta brava gente.
rispettabili, amorevoli individui.
onesti con sè stessi, ognuno a proprio modo.
tutti attenti a viver bene.
a guadagnare metri.
a scalar valori, come alpinisti.
farciti di certezze, come cannoli.
con le risposte pronte, come comandi.

cosa vuoi che gli domandi?
perché c'è gente grassa e gente magra?
perché c'è gente ricca e gente no?
loro sono la gente!
brava, irreprensibile gente.
talmente indaffarati che sembrano motori.
è il mondo che è cattivo, risponderebbero.
il mondo, mica loro.





martedì 9 agosto 2011

Start trippin'












Finalmente parto. Come molti, con la coda tra le gambe.
Spaventato a morte, più che stanco.
A cercar ripari. Benefici.
Abbandonando pesi morti.
L'avvenire come l'oggi.
Viaggio leggero. L'ho imparato. Occhi e cuore solamente.
Il percorso è il mio bagaglio.
La crisi generale che diventa personale.
Stati tremolanti come terre.
Costanti incerte.
Polveri e fuochi.
Fallimenti.
Smarrimenti.
Tempi bui sugli orizzonti.
Nuvole amare.
Stelle radenti.
Il Sole che martella, bombardandoci di luce.
La Terra, che si lecca le ferite.

Ho soltanto voglia di mare.
Di montagna.
Di natura semplice.
Di refrigerio.
Di poche case attorno. Di poche cose.
Tutte utili. Nessuna indispensabile.
Ho voglia di meno soldi.
Ancora meno. Quasi zero.
Né debiti. Né crediti. Per tutti.
Perché ho voglia di realtà. Assoluta.
Di buon senso generale.
Di bellezza incomparabile.
Di ricchezza dovuta, partecipata.
Non guadagnata.
Non comprata.
Ho voglia di goderne in compagnia.
Legati gli uni agli altri. Anche se si è soli.
Ho voglia di scelte aperte.
Condivise.
Di giudizi obiettivi, reali.
Non condizionati.
Giustamente funzionali.
Collettivi e personali.
Omaggiati.
Digeriti.
Senza indugi.

Per questo parto.
Spaventato a morte. Con la coda tra le gambe.
Scappo da un ordigno ormai innescato.
Per non saltare in aria.
Oppure evaporare.
Torno in posti sconosciuti.
Da nuovi baci. Da volti noti.
A raccogliere il piantato.
A seminare.
Corro a prendere lo slancio.
Per cominciare.

domenica 31 luglio 2011

enjoy the silence










Le parole scappano.
Maldestre, come ladri improvvisati.
E i pensieri mi si incastrano.
Grovigli di progetti che si annodano.
Fuorvianti, come chimere.

In testa ho tanto rumore.
Accumulato.
Non desidero nient'altro che stare.
In “stestate” di giostre in disuso.
Non decidere.
Non fare.
Solo andare, dove porta l'odore.

Attorno si prepara il putiferio.
La terra comincia a scottare.
C'è chi finge di scaldarsi.
Chi comincia a saltellare.
Chi da anni grida al pericolo.
E ancora perde tempo a chiacchierare.

Studio i comici.
Gli attori.
Gli scienziati.
I visionari.
Non teorie. Non correnti.
Solo uomini.
Pensieri altrui.
Per apprendere.
Per confermare.

Non immagino un futuro prossimo.
Non voglio e non ci riesco.
Credo solo sia vicino.
Il cambiamento.
Quel momento.
In cui tutto sarà fermo.

M'immagino il silenzio.

sabato 2 luglio 2011

vergogna!









vergogna.
è questo ciò che provo.
per non essere anch'io là,
al fianco di chi combatte.
di chi rischia davvero la vita.
di chi la perde.
non tanto per un'ideale.
per un'ossessione.
per la "libertà".
per la "democrazia".
ma per la vita stessa.
che è una.
assoluta.
fottutamente concreta.

vergogna.
tutti dovreste provarla.
voi che leggete, scrivete, vi informate.
voi che ancora vi indignate.
voi che sareste pronti a ucciderlo il vostro nemico.
perchè tutti ne avete uno.
i vegani e i cacciatori.
i ricchi e gli straccioni.
i potenti e i più comuni.
attribuite vostre colpe.
vi affannate a condannare.
ne parlate a profusione, solo quando vi conviene.
incastrati nello stesso odio che dite di combattere.
la tragedia è sotto i vostri occhi.
ma voi non vi abbassate.

fate schifo.
voi coi vostri mutui.
coi vostri mestieri.
con le vostre frasi fatte.
coi problemi.
voi col phone, col blog e col post.
condividenti nullità.
fate schifo.
voi che ancora riuscite a divertirvi. 
perchè vi basta poco.
come se niente fosse.
che ammazzate il tempo, piuttosto che impiegarlo.
padri di famiglia.
artisti sciroccati.
mediocri giornalisti.
pseudo-calciatori.
casellanti inoperosi.
dipendenti autonomi.
studenti, preti e casalinghi.
voi fate schifo.
perchè lo sapete.
lo sentite.
ma guai ad ammetterlo a voi stessi.

la vostra guerra è interna.
siete uno contro l'altro.
riflette il vostro ego.

spero che perdiate in fretta, bastardi.

lunedì 20 giugno 2011

Il resto non è altro

 








La materia è vibrazione.
Energia rappresa.
Minuscole molecole, costrette in vicinati.

Non c'è solido in quanto tale.
O pieno.
O fermo.
Lo spazio è un'autostrada.
Un via vai di forme d'onda.
Flussi migratori, scambi informativi e luce.

Non c'è vuoto in quanto tale.
O buio.
O solo.

Fatico a ritrovarmi.
Dopo tutta 'sta abbondanza di fotoni.
Guardarmi le mani.
Sentirle mie.
Quali confini?
Raggi d'azione?
Io sono dappertutto.
Sintetizzo proteine.

Giorno dopo giorno.
Enzimi a tonnellate.
Il mio corpo è una fucina.
Non so proprio come faccia.
A cambiare il mio respiro in sangue.
I miei intenti in movimenti.
Pensa e sposta.
Usa.
Muscoli e occhi.
Tendini e bile.
Organi e ghiandole.
Orecchie naso cuore.
Fegato intestino pelle.
Fa quello che deve fare.
In maniera inconsapevole.
Per il solo fatto di esser vivo.

E' per questo che mi annoia l'ignoranza.
Presuntuosa, come la cultura.
Chi rifiuta di vedere, nonostante le evidenze.
Chi persiste a elucubrare, per questioni di controllo.
E' il tempo che precede la partenza a martoriarmi.
Gli argomenti ancora futili.
Le coerenze, che divergono.
Trattenersi.


Siamo onde dello stesso mare.
Gocce condensate. Separate da un niente.
Siamo fatti di infinito.
Nati assoluti.
Sempre presenti.
Comunque vivi.
Il resto non è altro.